Dai boschi ai caruggi: l’entroterra ligure entra in città
La cucina dell’entroterra ligure sta vivendo un momento inatteso di centralità culturale e gastronomica. Per anni rimasta in secondo piano rispetto al racconto marinaro della città, oggi torna protagonista grazie a una serie di segnali che arrivano dalle valli e che la critica nazionale sta iniziando a riconoscere: dalla nuova Chiocciola a Campo Ligure al premio “Piatto dell’anno” assegnato al minestrone di Caccia C’a Bugge, fino alla scelta di molti giovani cuochi di lavorare in zone decentrate, seguendo i ritmi dei campi, delle stagioni e delle piccole comunità.
Allo stesso tempo, Genova sta riscoprendo il desiderio di una cucina autentica e radicata: sapori riconoscibili, prezzi accessibili, luoghi dove il rapporto con agricoltori e artigiani è quotidiano. È una domanda che arriva dal basso e che racconta un bisogno diffuso di tornare a una Liguria più ampia, fatta non solo di mare ma anche di boschi, orti, castagneti, pascoli, strade secondarie.
Mettere in dialogo tutto questo proprio nei caruggi significa offrire alla città un’immagine nuova del suo retroterra, un pezzo di identità che raramente entra nei circuiti urbani.
Lunedì 24 novembre, nelle sale rinascimentali di Palazzo Gio Battista Grimaldi, questa energia prende forma in una serata speciale: nove isole del gusto, ognuna affidata a un’osteria o a una/o cuoca/o dell’entroterra ligure. Una formula informale, senza palco né distanza, pensata per assaggiare, conversare, avvicinarsi a chi ogni giorno tiene viva una cucina fatta di gesti semplici e grande competenza.
È un’occasione rara: molte di queste cucine non lasciano quasi mai i loro paesi. Saranno i piatti, qui, a raccontare il territorio.
L’evento arriva in un momento in cui le cucine rurali liguri stanno esprimendo una forza nuova: le guide puntano sulle periferie, giovani osti scelgono le valli per costruire un percorso più libero, le aziende agricole riportano biodiversità e filiere corte nei territori, mentre il pubblico chiede luoghi umani, accessibili, non costruiti per il turismo veloce. È una transizione lenta ma evidente: la Liguria interna torna a essere un centro, non una periferia.
La serata del 24 novembre vuole raccontare proprio questo: una Liguria che si muove, che cambia, che porta nei palazzi storici della città il profumo dei boschi e dei pascoli. Un incontro tra mondi che condividono radici comuni.
Prenotazioni:
sul sito slowfoodgenova.it
Info utili
Orari:
19:00-23:30