Borghesia e aristocrazia a Genova nell’Ottocento: immobilismo o innovazione?
Con questo convegno s’intende valorizzare i numerosi aspetti, d’importanza cittadina e nazionale assieme, dello studio dell’Ottocento genovese, legato a doppio filo agli albori della Società Ligure di Storia Patria (fondata in una sala della Civica biblioteca Berio, il 22 novembre 1857, da un gruppo non piccolo di liberi intellettuali della più varia estrazione, animati dal superamento della storia municipale e regionale, vista non più come semplice «vicenda di contrasti politici», ma come un «momento di approfondimento dei valori della storia genovese», come ha ricordato il presidente Dino Puncuh).
E contestualmente alla storia del partner istituzionale dell’intera iniziativa, l’Accademia Ligure di Scienze e Lettere (le cui origini risalgono alla fondazione dell’Instituto Ligure, nel 1798, su iniziativa della Repubblica di Genova, e il cui sviluppo si dipanò lungo tutto il secolo successivo fino ai giorni nostri come un «punto d’incontro», non soltanto «tra un’élite di pochi “addetti ai lavori”», ma con un suo «valore specifico» «per quanto, nella società, riflette la presenza di tanti suoi membri nella ricerca, nell’insegnamento, nelle professioni», come ha ricordato Bianca Montale).
Lo snodo principale di tutti questi aspetti di studio rimane il “passaggio” di governo dai ceti dominanti di antico regime ai nuovi imprenditori, dapprima germogliato in seno alla Repubblica Ligure per poi riaffiorare, placatasi la tempesta napoleonica, durante il dominio sabaudo e la conseguente Unità d’Italia: snodo che non costituisce soltanto la mera consegna ai posteri di un “testimone” intangibile, ma vede attivi esponenti del patriziato in sintonia con la nascente borghesia, al di là di qualsiasi differenza di ceto e di censo, in un dinamismo così “minuto, reciproco e scambievole”, da favorire e coniugare l’intrapresa privata con l’investimento pubblico e viceversa.
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Dalle ore 15:00
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