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Messaggio di stato

Palio della tavola bronzea di Polcevera

Palio della tavola bronzea di Polcevera

Fra fine agosto e i primi di settembre, dal 1991, a Pontedecimo si tiene il “Palio della Tavola Bronzea”.

La manifestazione commemora la disputa tra Genoati e Veturi Langensi per il diritto di sfruttamento agricolo e pastorale dell’alta Valpolcevera (117 a.C.) e il ritrovamento nel 1506 della Tavola bronzea che documenta appunto quella vicenda.

Per l’occasione, si svolgono varie celebrazioni: mostre-mercato, bancarelle e gare, tra cui il tiro con l’arco medievale, tiro alla fune a squadre e corse a cavallo con lancia, anelli e saracino tra i Comuni polceveraschi. Il vincitore si aggiudica la riproduzione della Tavola romana. Inoltre, si tiene una suggestiva sfilata del Corteo Storico.

La Tavola Bronzea di Polcevera è un importante documento che riporta interessanti notizie sulla città della seconda metà del II secolo a.C.
A quel tempo Genova era federata a Roma e aveva sotto la sua giurisdizione la popolazione dei Veturi Langensi, stanziati nel territorio della Val Polcevera.

Nell’utilizzo del territorio i Genuati tendevano a privilegiare lo sfruttamento dei boschi, mentre i Langensi erano interessati soprattutto alle colture prative, e questo generava continui conflitti riguardo a quali fossero i confini delle aree controllate dalle due popolazioni.

La contesa raggiunse una fase talmente acuta e densa di disordini che fu necessario ricorrere al supremo tribunale di Roma: il Senato Romano nel 117 a.C. inviò in Val Polcevera due magistrati, Quinto e Marco Minucio Rufo, con i loro tecnici ed i rappresentanti genuate e langense. La controversia fu risolta e furono date le disposizioni per la determinazione dei confini. La sentenza emessa dai magistrati fu incisa su due tavole di bronzo che furono consegnate alle parti in causa.

Nel 1506 una di quelle tavole fu ritrovata, nelle vicinanze di Serra Riccò, dal contadino Agostino Pedemonte che, pensando di poter ricavare del denaro dalla vendita del metallo, la vendette a un calderaio di Genova. Il Governo della Repubblica di Genova, appresa da uno studioso la notizia ed intuendone il grande valore storico, comprò la “Tavola”.

La tavola ebbe da allora diverse collocazioni: dapprima un muro della Cattedrale, poi una sala del palazzo dei Padri del Comune, quindi Palazzo Ducale e, infine, a Palazzo Tursi (fino al 1993), da dove è stata rimossa per essere conservata nel Museo di Archeologia Ligure di Villa Pallavicini a Pegli.