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Itinerario 1: Mura delle Cappuccine – Piazza Corvetto

Itinerario 1: Mura delle Cappuccine – Piazza Corvetto

Villa Croce Museo di Arte contemporanea (Borchia)
Museo d’arte contemporanea Villa Croce
Villa ottocentesca in stile neoclassico, costruita da Giovanni Giacomo Croce su un precedente edificio appartenuto agli Spinola. Donata al Comune nel 1951. Il Museo, inaugurato nel 1985, conserva un patrimonio artistico di più di 4.000 opere, che comprendono l’importante collezione d’arte astratta di Maria Cernuschi Ghiringhelli, con oltre duecento tra dipinti, disegni, sculture, grafiche di arte astratta, italiana ed internazionale, a cui si ricollegano concettualmente alcune opere della donazione del LAB (Laboratorio d'arte contemporanea della Bassa Lunigiana). Sono presenti inoltre un nucleo di lavori di artisti genovesi e liguri dalla seconda metà del Novecento, alcuni esempi significativi di grafica italiana e un interessante fondo fotografico.

Mura delle Cappuccine (T1) - (SF0 - SF1 - SF2) - (L1)
Mura di Genova: delle Cappuccine, del Prato e di Santa Chiara
Genova, dall’epoca romana fino all’Ottocento, si dotò di sette cinte murarie (in genovese miage de Zena), a controllo delle quali furono create in tempi diversi robuste fortificazioni avvalendosi spesso, per ragioni pratiche o logistiche, di strutture precedenti (come anche tratti dell'esistente acquedotto storico). Il tratto di mura di Carignano ha origini nel Trecento e venne rinforzato tre secoli più tardi: nel tragitto si percorrono in sequenza le Mura delle Cappuccine (recentemente risistemate e riallestite), del Prato (che comprendono Porta degli Archi) e di Santa Chiara (che attraversano corso Podestà).  Lungo  Lungo l'ultimo tratto si trovava il convento di Santa Chiara: ora sostituito dal condominio n.3.

Scalinata delle tre Caravelle (SF3) – (T0)
La scenografica scalinata del Milite ignoto, detta “delle tre Caravelle” dalla decorazione floreale delle aiuole che ne fanno parte, si affaccia davanti al grande arco di trionfo (Arco della Vittoria) dedicato ai caduti della prima guerra mondiale, sull'antistante piazza della Vittoria. Fa parte della ristrutturazione urbanistica della zona realizzata negli anni Trenta del Novecento.
A lato della scalinata, lo storico Liceo Ginnasio Andrea D’Oria.

Piazza della Vittoria
L'edificazione della piazza, come mostra anche l'architettura dei palazzi in marmo travertino, risale alla metà degli anni Trenta del Novecento, su progetto dell'architetto Marcello Piacentini, che si avvalse, soprattutto per la realizzazione degli edifici e per l'Arco della Vittoria, della collaborazione di architetti e artisti genovesi. La grande piazza fa parte della ristrutturazione urbanistica che portò anche alla copertura del torrente Bisagno.

Ospedale Galliera
Gli edifici dell'Ente ospedaliero Ospedali Galliera (istituito come Opera Pia De Ferrari Brignole Sale) furono fatti edificare tra il 1877 ed il 1888 dalla Marchesa Maria Brignole Sale, Duchessa di Galliera. Il progettista fu Cesare Parodi (1819-1895), ingegnere, architetto e deputato.  
Davanti all'ingresso dell'ospedale si trova la statua della benefattrice (1811-1888), che donò a Genova grande parte delle sue ricchezze (inclusi Palazzo Rosso e Palazzo Bianco - oltre a opere d'arte e a rendite immobiliari destinate a incrementarne il patrimonio artistico - sede dei Musei di Strada Nuova).

Porta degli Archi (ST1)
Progettata in marmo travertino da Taddeo Carlone per le mura realizzate nel 1536, era detta anche Porta di Santo Stefano per la statua che la sovrasta. Si trovava dove, alla fine dell'Ottocento, venne costruito il Ponte Monumentale: per evitarne la distruzione fu trasferita e ricostruita presso le Mura del Prato.

Basilica di Carignano (Borchia)
La rinascimentale basilica di Santa Maria Assunta venne realizzata dalla famiglia Bendinelli Sauli nel Cinquecento. Il progetto, che voleva ricordare San Pietro di Roma, venne affidato all'architetto perugino Galeazzo Alessi (1512-1572). I lavori per la costruzione proseguirono nei secoli successivi, in particolare per la costruzione della cupola, dei quattro campanili e dell'asse viario (il ponte di Carignano): perciò il linguaggio popolare ha coniato l'espressione "A l'è comme a fabrica de Caignan" ("è come la fabbrica di Carignano"). Al suo interno, sculture di Pierre Puget, Filippo Parodi e Claude David, mentre le statue nelle nicchie dei pilastri laterali sono di Diego Carlone su modelli di Francesco Maria Schiaffino. Importanti alcune tele di artisti liguri (Luca Cambiaso, Domenico Fiasella, Domenico Piola, Paolo Gerolamo Piola) e italiani (Guercino, Giulio Cesare Procaccini, Francesco Vanni, Carlo Maratta) dal XVI al XVIII secolo.
Nel 1999 vi si svolsero i funerali di Fabrizio De Andrè.

Statua di Raffaele De Ferrari Duca di Galliera
La statua dedicata a Luigi Raffaele De Ferrari Duca di Galliera (1803-1876) è stata posta nel novembre 2018 davanti alla rotonda di via Corsica. Il monumento in bronzo (170 tonnellate, alto 12 metri), realizzato da Giulio Monteverde (1837-1917) nel 1896, si trovava davanti alla Stazione Marittima fino agli anni Novanta del Novecento. Il gruppo allegorico è costituito dalle figure  della Munificenza, del Genio del Commercio e del dio Mercurio; nel basamento si trova il ritratto del Duca, finanziatore della ristrutturazione del porto di Genova alla fine dell'Ottocento.

Complesso Monumentale Sant'Ignazio Sede Archivio di Stato di Genova (Borchia)- (SF4)
Il complesso è composto da tre edifici principali costruiti in diverse epoche. La parte più antica è costituita da una villa medievale che fu ampliata nella seconda metà del Cinquecento (affreschi, di Andrea Semino). Acquistato dai Gesuiti nel 1659 venne arricchito da una chiesa in stile barocco, intitolata a Sant'Ignazio fondatore dell'ordine. Con l'annessione di Genova alla Francia alla fine del Settecento, gli edifici furono utilizzati come caserma. Danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, il complesso fu oggetto di un lungo restauro e dal 2004 è sede dell'Archivio di Stato di Genova. Custodisce tra l'altro il più antico e vasto archivio notarile del mondo, manoscritti e documenti scritti in lingua latina, araba, greca, armena e turca che permettono di ricostruire la millenaria storia di Genova.

Scalinata Camillo Poli
Progettata negli anni Trenta del Novecento in stile Liberty da Marcello Piacentini nel quadro della ristrutturazione di piazza della Vittoria, è intitolata a Camillo Poli (1905-1973), medico piemontese di nascita, ma genovese d’adozione, fondatore dell’associazione genovese contro la tubercolosi.

Busto di Andrea Podestà, corso Andrea Podestà
Busto di Vittorio Lavezzari che raffigura Andrea Podestà (1832-1895): imprenditore, banchiere, senatore nella XV legislatura, deputato (1867, 1870, 1874, 1877, 1880, 1882), sindaco di Genova tra il 1866 e il 1873, tra il 1883 ed il 1887 e tra il 1892 ed il 1895, consigliere provinciale dal 1864 e presidente del Consiglio provinciale dal 1870, a cui si deve il rinnovamento della città che portò anche alla costruzione di via XX settembre.

Ex Alcazar
L'impresario Daniele Chiarella costruì nel 1892 questo complesso con bagni, piscina, ristorante, caffè-concerto all'angolo tra via Corsica e via Alessi. Se ne riconosce ancora la facciata. Oggi ospita esercizi commerciali.

Abbazia di Santo Stefano (Borchia)
Struttura romanica, costruita dal 972 al 1431 sui resti di una chiesa del V secolo dedicata a San Michele. Fu gestita dai monaci di San Colombano di Bobbio e fino al 1797 dai benedettini. Rimase chiusa per quasi tutta la prima metà del Novecento (nel 1904 accanto venne costruita una nuova chiesa, sempre in stile romanico). Bombardata, è stata ristrutturata tra il 1946 e il 1955. Al suo interno si trovano opere di Giulio Romano e Cesare Procaccini.
Dal 2004, qui si celebra anche la liturgia della Chiesa cattolica di rito bizantino-ucraino.
Secondo alcuni storici, al suo fonte battesimale potrebbe essere stato battezzato Cristoforo Colombo.

Ponte Monumentale di Genova (ST2 - SF5)
Ponte Monumentale
Fu costruito tra il 1893 e il 1895, dove si trovava Porta d'Archi o di Santo Stefano, su progetto di Cesare Gamba. Attraversa via XX settembre collegando la collina di Carignano con la zona dell'Acquasola. Il ponte ha una struttura a tre fornici, ma è costruito con un’arcata unica di 24 metri e larga 25.

Via XX settembre (ST3)
È la principale arteria viaria del centro di Genova e congiunge Piazza della Vittoria a Piazza de Ferrari. I primi progetti per la sua realizzazione sono del 1840, ma fu ridisegnata a partire dal 1892 sul tracciato delle precedenti via Giulia e via della Consolazione.
Uno dei suoi maggiori sostenitori fu l’allora sindaco Andrea Podestà, ma venne osteggiata da alcuni per le pesanti demolizioni che si resero necessarie: 400 edifici, la chiesa del Rimedio (smontata e ricostruita vicino a Tommaseo), le carceri di Sant'Andrea (il chiostro dell'ex convento viene spostato accanto alla casa di Colombo), alcune porte storiche della città.
Fiancheggiano via XX Settembre eleganti palazzi Liberty, che riprendono vari stili architettonici, realizzati nell'ultimo decennio dell'Ottocento e all'inizio del Novecento.

Palazzo Ex-Eridania
Inizialmente era una casa a due piani, successivamente ampliata e rimaneggiata dai proprietari (i fratelli Delvecchio, poi l'avvocato Casella, quindi dal 1906 Annibale Bianco che nel 1913 la cede alla Società Ligure Lombarda). I lavori di ristrutturazione e ampliamento durarono, in varie fasi, dal 1913 al 1926. L'Eridania vi si trasferì, da via Caffaro, nel 1931. L'azienda era la più importante produttrice di zucchero d'Italia (ingrandendosi continuamente e con oltre 50 stabilimenti) con investimenti in diversi altri settori. Dal 2004 è sede del DISFOR, dipartimento di Scienze della formazione dell’Università di Genova.

Palazzo Pastorino angolo via Bosco - corso Podestà
Realizzato tra il 1905 e il 1910 da Gino Coppedè (1866-1927) per Carlo Pastorino, imprenditore e benefattore (tra l'altro realizzò l'ospedale di Bolzaneto). La sua facciata in pietra bianca e le sue decorazioni ne fanno una delle costruzioni più interessanti dell'architetto fiorentino, conteso dalla borghesia genovese dopo che realizzò il castello voluto dall'assicuratore di origini scozzesi Evan Mackenzie sulla collina dove ora si trova piazza Manin (1890).

Porta dell'Olivella
La porta dell'Olivella faceva parte delle mura del Trecento e sorgeva vicino al convento di Santa Caterina. Murata nel Cinquecento, quando furono costruite le nuove mura, fu riaperta e modificata nel 1825 con la ristrutturazione della zona dell'Acquasola su progetto di Carlo Barabino. Nel Quattrocento ne fu custode Domenico Colombo, padre di Cristoforo.

Chiesa di Santa Caterina (Borchia)
Convento-Chiesa della SS. Annunziata di Portoria, Santa Caterina, viale IV Novembre
La sua storia è legata a quella dell'ospedale di Pammatone. Costruita con il convento dal 1488 dai Minori francescani, a metà Cinquecento passò ai Cappuccini. Dal 1737 qui riposa Caterina Fieschi Adorno (morta nel 1510): per questo motivo è conosciuta come "chiesa di S. Caterina". All’interno, suddiviso in tre navate, si trovano dieci cappelle, in origine tombe gentilizie delle famiglie, e opere di G. B. Castello, L. Cambiaso, L. e P. Calvi, A. e O. Semino, oltre ad altri artisti dal XVII al XIX secolo.

Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova
Il Museo dei Beni Culturali Cappuccini (fondato nel 1970 da padre Cassiano da Langasco) e il Centro per l'assistenza religiosa agli emigrati latino-americani si trovano accanto alla Chiesa di Santa Caterina. Lo scalone fu progettato nel 1772 da Gaetano Cantoni: da qui si accedeva all'ospedale di Pammatone. A causa dei bombardamenti del 1941 l'ospedale è stato demolito: al suo posto è stato realizzato il Palazzo di Giustizia.

Spianata dell'Acquasola (SF6 - SF7 - SF8 - SF9 - SF10) - (Borchia)
L'attuale parco è solo una parte di quello progettato nel 1821 da Carlo Barabino unendo quest'area con il bastione delle mura trecentesche alla Villetta Di Negro. Il parco venne “tagliato” nella seconda metà dell'Ottocento per realizzare piazza Corvetto, via Assarotti e via Roma. L'area attuale del parco poggia su una parte delle mura; l'area venne riempita con i detriti prodotti per la realizzazione della Strada Nuova nel Cinquecento e perciò venne battezzata “i Muggi”. Nel 1657 era stata utilizzata come fossa comune per i morti di peste.

Villetta Serra
Costruita su progetto di Michele Canzio (1787-1868) come un piccolo castello con una torre in corrispondenza di uno degli spigoli. L'area apparteneva a Bartolomeo Bosco (XV sec), che la donò all'ospedale Pammatone; passò poi alle Suore Benedettine di Santa Marta. Nel 1797 divenne proprietà del governo democratico. Qui accanto nacque il caffè-teatro Giardino d'Italia. Passata al Comune nel 1888, è stata sede del Genoa dal 1911 al 1924, del Club Alpino Italiano dal 1927 al 1958 e del Museo Biblioteca dell’Attore dal 1982 al 2013.

Busto Nicolò Bacigalupo
Nicolò Bacigalupo (1837-1904), poeta e drammaturgo italiano. Nel 1878 divenne tesoriere del Comune, dove era entrato a 18 anni. La sua fama è legata soprattutto ad alcuni testi teatrali. Tra le sue opere: Manezzi pe majâ unn-a figgia, Piggiase o mâ do Rosso o cartâ, L'occaxion a fâ l'ommo laddro, Eneide (in genovese), Ö canto da rumenta. In origine il busto si trovava in piazza del Principe, davanti alla Stazione Marittima.

Busto di Martin Piaggio
Martin Piaggio (1774-1843), poeta, autore noto in particolare per il Lunario del Signor Regina, stampato annualmente dal 1815 al 1843. Il busto venne realizzato dallo scultore Giovanni Scanzi, allievo di Santo Varni, celebre a Genova per numerose sculture nella Basilica di Santa Maria Immacolata, nella Chiesa del Sacro Cuore e San Giacomo di Carignano e in altre chiese e per diversi gruppi marmorei del Cimitero di Staglieno. La tomba del poeta si trova nella vicina Chiesa dei Cappuccini,

Busto di Goffredo Mameli
Goffredo Mameli (1827-1849) poeta, patriota e scrittore morì a 21 anni durante l'assedio garibaldino di Roma. Nel 1847 compose le parole del “Canto degli Italiani”, musicato poi da Michele Novaro, ovvero l’Inno nazionale della Repubblica Italiana, noto come “l’Inno di Mameli”. Il monumento è stato realizzato da Cesare Fera e da Luciano Grossi Bianchi, e inaugurato nel 1960 in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’Unità d’Italia.

Busto José Martí poeta cubano e giardini Giovanni Paolo II
Un angolo di via XII ottobre, che conduce ai giardini Giovanni Paolo II, ospita il busto, in altorilievo in metallo, dedicato al poeta ed eroe nazionale cubano José Martí (1853-1895). Mettendo al servizio della propria patria la sua ricchezza di pensiero e di linguaggio, spinse la popolazione a continuare la lotta per l’indipendenza e l’emancipazione. Nella vicina lapide è incisa una sua poesia intitolata “La rosa bianca”, tradotta dal poeta e scrittore genovese Edoardo Sanguineti. La targa sottostante segnala la direzione e la distanza di questo busto dal monumento dedicato a José Martí in Piazza della Rivoluzione a Città dell’Avana (Cuba).

Busto Aldo Gastaldi-Bisagno
La statua con lapide, realizzata dallo scultore Piero Soleri, è dedicata al militare e partigiano Aldo Gastaldi, conosciuto con il nome di battaglia “Bisagno”, medaglia d'oro al valor militare. Nato a Genova nel 1921, morì, vicino a Desenzano del Garda nel maggio del 1945, a soli 24 anni. È stato il maggior esponente del movimento di Resistenza a Genova. Dal 2005 i suoi resti sono custoditi nel Pantheon dei genovesi illustri nel Cimitero monumentale di Staglieno. A Gastaldi è stato dedicato quello che era corso Giulio Cesare, su cui si affaccia la Casa dello Studente utilizzata dai nazisti come prigione e luogo di tortura dei partigiani.

Chiesa di Santa Marta
Gioiello semi-nascosto di Genova, la chiesa monastica femminile di Santa Marta, fu costruita nel 1535 e ristrutturata nei secoli successivi. Presenta al suo interno affreschi e decorazioni realizzati tra il Seicento e i Settecento dai più noti pittori genovesi: vi si possono ammirare opere di G.B. Carlone, Valerio Castello, Domenico Piola, Lorenzo De Ferrari, Paolo Gerolamo Piola e Domenico Parodi.

Botteghe storiche - Mangini
Il caffè, confetteria e pasticceria Mangini è attiva dal 1876 quando venne aperto come “Fossati & Gismondi”. Nel 1893 Sissi, la principessa Elisabetta d’Austria, vi si fermò a comperare dolci. Il locale evoca atmosfere d’altri tempi ed è un riferimento per i genovesi. Era tappa obbligata per Sandro Pertini, allora direttore del quotidiano “Il Lavoro” e poi presidente della Repubblica: a lui è dedicata una sala interna.

Piazza Corvetto (T1/2)
Piazza Corvetto - statua di Vittorio Emanuele II - Porta di Santa Caterina
Ideata da Beppe Croce commerciante e assessore comunale, fu realizzata nel 1877 e intitolata a Luigi Emanuele Corvetto (1756-1821), uomo politico genovese dell'epoca napoleonica.
Il monumento centrale, opera degli scultori Barzaghi e Pagani, fu inaugurato il 18 luglio 1886 ed è dedicato al re che definì i genovesi “vile e infetta razza di canaglie” dopo i moti del 1849, come ricorda una lapide su un lato della piazza. Dove oggi è collocata la statua si trovava la Porta di Santa Caterina o dell'Acquasola, costruita nel 1536 e demolita nel 1837. Era decorata da una statua di Santa Caterina da Alessandria (di Guglielmo della Porta), conservata in una nicchia nello scalone dell'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.

Palazzo Doria-Spinola
Costruito tra il 1541 e il 1543 per Antonio Doria marchese di Santo Stefano D'Aveto,  fu ampliato dalla famiglia Spinola, che ne divenne proprietaria nel 1624. Per la costruzione rettilinea di via Roma, negli anni Settanta dell'Ottocento, furono tagliate la galleria e parte dello spigolo destro del palazzo. La decorazione delle volte del salone celebra le imprese militari dei Doria e i trionfi degli imperatori romani: è opera cinquecentesca di Giovanni e Luca Cambiaso. Il Palazzo, attuale sede della Prefettura e della Città Metropolitana di Genova fa parte del circuito dei Rolli.

 

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