Pasar al contenido principal

GENOVA in JEANS. Visita a Genova tra i vicoli

GENOVA in JEANS. Visita a Genova tra i vicoli
GENOVA in JEANS
Visita a Genova tra i vicoli, a cura di Monica Bruzzone.
 
 
L’obiettivo del percorso è mostrare Genova come museo vivo a cielo aperto, dove i secoli di storia incontrano la quotidianità di una civiltà multietnica, e la tradizione culturale elevata, si contamina, come ha sempre fatto, con la città multiculturale dei carruggi. 
Il jeans è una buona metafora di questo approccio. In quanto tela che nasce nella Genova del porto e degli operai e diventa, pian piano, un oggetto di culto per la moda e per la pop-culture, fino a ritornare in molteplici forme e modalità, alla città da cui è partito: una Genova pronta a diventare centro internazionale.
 
La visita parte dall’idea che Genova sia una città tridimensionale, diversa ma sempre affascinante da almeno tre punti di vista:
La prima si Genova vede solo dal mare.
È la città che si incontra giungendovi nella maniera più antica, tramite imbarcazioni che approcciano al suo porto. (Dalla canzone di Ivano Fossati ai Portolani al Galata Museo del Mare al racconto di Caricamento di Italo Calvino).
La seconda Genova è una città in salita che si osserva quando si sale un po’ in alto, magari dai tetti.
Per vedere questa Genova, l’ideale sarebbe salire, sul Mirador del Galata, dove un punto di vista più alto sulla città mostra esattamente il percorso della Genova in Jeans: da Prè a Via del Campo, con i palazzi nella loro densità e bellezza, fino al campanile di San Lorenzo, meta dell’itinerario con la visita alle tele Jeans del Diocesano 
La terza Genova è quella che si vive, non da fuori, non dall’alto, ma entrando nelle sue viscere, il cui cuore è il Centro Storico.
La Genova più vera, quella messa in prosa da Valery, e in musica da De Andrè (e non solo) è la Genova dei carruggi, dove le strade sono canali in cui si incontrano e contaminano le culture, un palcoscenico vivace e multiculturale della vita collettiva. Solo perdendosi nella densità dei vicoli si possono scoprire scenari straordinari della città.
 
UNA PIACEVOLE PASSEGGIATA CON SUPPORTO IMMATERIALE QR CODE
 
La passeggiata nel centro storico sarà veloce: la scelta dell’itinerario e dei luoghi da vedere è necessaria a fare appassionare a Genova, permettendo ai visitatori di guardare verso l’alto e verso il basso mentre percorrono i vicoli. Non c’è tempo per l’approfondimento e tra l’altro non a tutti interesserà approfondire gli stessi punti. Per questo durante la visita si incontreranno dei cartoncini – itinerario con la stampa di QR Code, che permetteranno, di approfondire un certo tema, leggendo semplicemente il codice tramite la fotocamera del proprio cellulare.
 
 
UNA PROPOSTA DI ITINERARIO
 
 
Prima Tappa Galata Museo del Mare. 
10 minuti pausa caffè.
Si guardano, da un punto di vista privilegiato quei vicoli nel cui cuore si entrerà di lì a poco. Per affascinare alla città di Genova è un cambio di prospettiva.
 
 
Seconda Tappa, dal Galata Museo del Mare alla Commenda di Prè
  350 mt. Circa 4 minuti
Si attraversa la strada in Via Gramsci, passando sotto alla Sopraelevata e si arriva in Piazza della Commenda. 
L’antico Ospitale dei pellegrini per la Terrasanta che stava fuori dalle mura della città di Genova, lungo la strada occidentale di Genova, e che presto si trasformerà nel museo dell’Emigrazione: un tema che rimanda subito al mix culturale che ha sempre caratterizzato Genova e che si incontrerà subito non appena si entra nella via di Prè. Il “Prato” fuori dalle mura del Barbarossa costruite dopo l’anno Mille. 
 
Terza Tappa dalla Commenda di Prè a Porta dei Vacca
650 mt, Circa 7 minuti
Si entra nel cuore della Genova storica. Ieri luogo dei Cammalli (in jeans) e oggi luogo multietnico della migrazione (ma sempre in Jeans…). Il tema è cambiare il punto di vista mentre si attraversa la città: si guarderà con il naso all’insu’ e si osserveranno i paradossi tra ricchezza e povertà, tra palazzi nobilari e mercati–suq. Per guardare verso l’alto si accennerà alla tradizione delle edicole votive nel Seicento e Settecento: ve ne sono di eccezionali in via Prè. Si passerà davanti al muro di Palazzo Reale di Via Balbi, che fa da sfondo al mercato di Prè, come metafora della convivenza degli opposti, e della contaminazione tra ricchezza e povertà. Si attraverserà una delle chiese più antiche di quell’area, la chiesa di San Sisto, che però viene completamente riprogettata nel 600, accennando brevemente al “siglo de los Genoveses”, si giungerà infine in Porta di Vacca, buttando uno sguardo all’ottocentesco ingresso della Chiesa della Nunziata (quello scorcio imperdibile per un pronao neoclassico che Barabino aveva dedicato alla chiesa (La Nunziata), e al Teatro (il Carlo Felice).
 
Quarta e Quinta Tappa, da via del Campo a Piazza Fossatello
200 metri, Circa 2 minuti.
Attraversando la Porta dei Vacca si entra nella chiostra delle mura di Genova. L’idea è far percepire questo passaggio come un salto nella città più antica, che prende l’avvio nella Via del Campo cantata da De Andrè. Subito si incontra la Genova dei cantautori dagli anni Sessanta ad oggi. Via del Campo 29 Rosso, museo che nasce dalla vecchia bottega Storica di Musica Gianni Tassio. Si accenna al tema delle botteghe storiche di Genova, ma anche alla Genova dei Cantautori, che troverà spazio in un museo laboratorio a San Giuliano supportato da Regione Liguria. A proposito di botteghe storiche, in piazza Fossatello, cuore della vita ottocentesca di Genova, incontriamo il bar Cavo. Da Fossatello si possono ricordare due grandi liguri, rappresentati in via Lomellini. La politica (con la P maiuscola) di Giuseppe Mazzini di cui vi è la casa natale oggi museo del Risorgimento, e la musica di Niccolò Paganini che nell’oratorio di San Filippo Neri in via Lomellini fece uno dei propri primi concerti. 
Si entra in via San Luca. Il Carrubeus major, strada che sin dai tempi più antichi portava ad occidente e si estendeva verso la val Polcevera. Nel 1100 la strada prende la conformazione attuale quando gli Spinola e i Grimaldi costruiscono lungo il suo tracciato i propri palazzi nobiliari, di cui se alziamo la testa in su vediamo ancora i portali magnificenti.
Entrando nell’antico Burgus, cuore commerciale della città antica, si procede fino a piazza San Luca dove si scopre un fulcro importante nella città e nella storia di Genova. Da qui, in epoca romana finiva il Decumano dell’antica città, e iniziava la Via Postumia. In tempi più recenti nel 1100 e 1200 la strada è proprietà dei nobili Spinola e Grimaldi, gli Spinola in particolare intorno al 1100 fanno costruire la chiesa di San Luca. Inquadrando il QR Code si può svolgere la visita interattiva alla chiesa di San Luca, e si procede poi verso piazza Banchi.
 
Sesta Tappa.  Da piazza San Luca a Piazza Banchi 
130 mt, 2 minuti.
Da via San Luca si procede direttamente verso Piazza Banchi, la principale via di accesso al centro del potere della città portuale: Palazzo San Giorgio.
Piazza Banchi è uno dei centri più antichi della città e l’unica piazza della Genova Antica. Anticamente occupata dal mercato del grano, si consolida come spazio urbano tra 1500 e 1600 con la costruzione della loggia della mercanzia quattrocentesca, La chiesa di Banchi ricostruita col supporto dei commercianti che ricavano sotto la chiesa gli spazi del commercio.
 
Settima Tappa. Piazza Banchi, Via Orefici, Piazza Campetto.
200 mt, 2 minuti
Via Orefici, si guarda l’edicola con Madonna e S. Egidio di Domenico Piola (edicole votive), e l’adorazione dei magi, opera di Elia e Giovanni Gagini circa 1457, magistri Antelami; si arriva poi a piazza Campetto, con l’evocativo Palazzo del Melograno, di Bartolomeo Bianco 1580 (UPIM), e la fontana, antico barchile secentesco, che era collocato in via Ponticello, e infine Palazzo Imperiale. In questa fase si può accennare anche al tema dei Rolli e del Patrimonio Unesco (anche qui rimandando al QR Code del nuovo efficace sito del Comune).  
 
Ottava Tappa Da Piazza Campetto a San Lorenzo
160 mt, 1,5 minuti.
 Da Campetto si Sale da via Scurreria per arrivare a San Lorenzo. Su via Scurreria c’è da accennare all’intervento urbanistico di fine Cinquecento, di Gio Giacomo Imperiale, che compra le case che affacciano sul vicolo buio, le fa abbattere in parte per costruire Scurreria, offrendo alla città uno spazio arioso che porta alla cattedrale. Giunti in piazza San Lorenzo si accenna alla bottega storica Rivara, alla curiosità della bifora in prospettiva della Cattedrale, e alla consacrazione nel 1118.
 
Nona e Decima Tappa da San Lorenzo al Museo Diocesano.
150 mt 1,5 minuti
“L’edificio che ospita il Museo presenta una struttura complessa e articolata, risultato dei numerosi interventi che si sono succeduti nel tempo. Fu eretto come residenza dei Canonici della Cattedrale di San Lorenzo nella seconda metà del XII secolo, in un’area oggetto di insediamenti già in età romana, con una struttura costituita da arcatelle sorrette da colonne binate, alternando marmo e pietra di Promontorio”.
 
 
In allegato pdf con i QR code e la mappa del percorso