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Pietro Romanengo fu Stefano

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VIA DI SOZIGLIA
74 N -

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Antonio Maria Romanengo inizia l’attività a fine settecento aprendo un negozio di droghe e coloniali in via della Maddalena.

Due dei figli aprono poi due negozi in Campetto e un laboratorio per la produzione di frutta candita e di confetti – secondo i canoni dell’antica tradizione genovese – oltre che per le novità francesi di cioccolateria.

Nel 1829 Pietro Romanengo iscrive la ditta alla Camera di Commercio ed Arti con il nome di “Pietro Romanengo fu Stefano”, marchio che si tramanda da sette generazioni. La bottega di Soziglia, attiva dal 1814, è un vero gioiello, restaurato e abbellito a metà Ottocento.

Vetrine riquadrate da un fastigio monumentale, con putti che sorreggono una guantiera di frutta candita e sotto un elmo di Mercurio e una cornucopia traboccante di fiori e frutta, introducono ad altri tempi.

Simile alle confetterie parigine il nebozio ha struttura e arredi originali: pavimento in marmo policromo, soffitto affrescato su seta nel vano principale e soffitto decorato a stucchi nel salottino retrostante, lampadari, scaffalature e banconi in legno di palissandro intarsiato, specchi e un bel lavandino in marmo a forma di conchiglia. Ci sono anche attrezzature antiche e un interessante archivio.

Tra i clienti del passato la duchessa di Galliera e la famiglia Doria ma anche la duchessa di Parma, i Savoia e Giuseppe Verdi.