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Chiesa di San Matteo

Chiesa di San Matteo
La chiesa e la piazza di San Matteo sono un viaggio nel tempo; si sbuca dall’angolo di un caruggio e si spalanca il prezioso scrigno della famiglia Doria.  L’abbraccio di colori, i materiali e le forme gotiche dei palazzi e della chiesa di San Matteo ti avvolgono e danno la sensazione che qui il tempo si sia fermato e che da un loggiato possa affacciarsi un gentiluomo in abiti medievali. VisitaLa facciata della chiesa, con la caratteristica decorazione a strisce bianche e nere, è divisa in tre parti da due lesene incorniciate da archetti, e arricchita da ampi rosoni e monofore; San Matteo si erge dalla lunetta del portale, sul fondo dorato di un mosaico medioevale; una Allegoria dell'autunno, sarcofago tardoromano in marmo riutilizzato, è stata incastonata nella facciata, come si vede anche nella cattedrale di San Lorenzo; sulle strisce di marmo bianco, iscrizioni esaltano le gesta della famiglia Doria.L'interno è a tre navate e mostra un’originale commistione tra la splendida decorazione rinascimentale e gli elementi architettonici gotici.Fu la gloria di Andrea Doria a far sì che a metà Cinquecento l'interno della chiesa venisse completamente rinnovato in forme rinascimentali, eliminando la separazione tra navate e transetto e arricchendolo di decorazioni. Giovanni Angelo Montorsoli guidò ristrutturazione e decorazione del presbiterio, della cupola e della cripta sottostante.Lungo tutte navate si sviluppa una ricca serie di affreschi e stucchi cinquecenteschi, opera di Luca Cambiaso e Giovanni Battista Castello; da non perdere inoltre i dipinti, tra gli altri, di Bernardo Castello, Andrea Semino e Silvio Cosini; le sculture lignee di Anton Maria Maragliano. La cripta, sotto l’altare maggiore, conserva la tomba di Andrea Doria, con statue e i rilievi di marmo e gli stucchi dorati della cripta opera di Giovanni Angelo Montorsoli.Chi soffre di vertigini per la storia, faccia attenzione alla spada di Andrea Doria e alle arche in marmo con le reliquie dei santi Pelagio e Massimo, che Gaspare Spinola avrebbe traslato dall’Istria a Genova a fine Trecento. Agli appassionati di musica non sfuggirà il pregevole organo a canne barocco di Antonio Alari.StoriaSan Matteo era un gabelliere, cioè un esattore delle tasse, proprio come i Doria, che per questo ne fecero il proprio patrono. Nel 1132 gli consacrarono la chiesa romanica che il benedettino Martino Doria aveva fondato nel 1125 come propria chiesa gentilizia.A fine Duecento la chiesa fu completamente ristrutturata in forme gotiche e la facciata venne arretrata, per allinearla ai nuovi, magnifici palazzi che incorniciavano la piazza di famiglia. A inizio Trecento fu realizzato il prezioso chiostro a lato della chiesa, dietro al palazzo di Branca Doria, ancora esistente.La piazzaIl teatrale slargo davanti alla chiesa, rialzato rispetto alla strada, è circondato dai magnifici palazzi dei Doria, che anche dopo la ristrutturazione cinquecentesca hanno conservato le facciate dipinte e gli archi ogivali dell’originale struttura gotica. Oltre a palazzo Branca Doria, già nominato per il bel chiostro collegato alla chiesa, spiccano palazzo Lamba Doria, palazzo Domenicaccio Doria, palazzo Giorgio Doria, poi Checco Quartara, con un portale rinascimentale tra i più apprezzati di Genova.In questa piazza l’effetto “salto nel tempo” è garantito: ci si ritrova avvolti dalla sequenza degli archi ogivali, ai quali risponde la trama orizzontale di fasce bianche e nere, un elemento schiettamente ligure realizzato in marmo bianco e pietra nera di Promontorio; e ci colpisce la forza dell’identità di “Borgo dei Doria”, nucleo del quartiere monumentale di proprietà della famiglia, che originariamente era assai più ampio.

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