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Forte Diamante

Forte Diamante

È uno dei forti più caratteristici dell’intera cinta muraria difensiva di Genova. Venne realizzato nel 1758 proprio sulla vetta del Monte Diamante, a circa 667 metri di altezza.
La posizione dominante sulla Val Polcevera e sulla Val Bisagno e la distanza dal centro cittadino, fecero del Forte il primo baluardo difensivo della città contro le incursioni provenienti da Nord.

 

Forte Diamante (1756-1758)

44° 27’ 39.85” N, 8° 56’ 21.86” E
 
Superficie totale:
2.100 mq
 
Altitudine
667 mt
 
Distanze:
Stazione Ferroviaria Brignole: 11 Km
Stazione Ferroviaria, Metropolitana Principe: 10 Km
Funicolare del Righi: 6 Km
Ferroviaria Casella (stazione di Trensasco): 1 Km (a piedi)
Caselli  austostradali:
Genova Ovest: 14 Km
Genova Est: 6,9 Km a Trensasco (strada carrabile) + 1 Km a piedi
 
Sentieristica:
Nome sentiero Sentiero AQ1
San Gottardo – Monte Bastia – Valico di Trensasco – Forte Diamante – San Gottardo (Sentiero AQ1)
Segnavia: 
Segnavia (Bandierina) rosso – bianco - rosso con scritta
nera centrale “AQ1”
Difficoltà: Escursionistico (E)
Dislivello in salita: 700 m circa
Tempo: 4 – 5 ore (intero anello)
 
Nome sentiero: Righi - Crociera di Pino - Monte Carossino
Segnavia: Croce rossa
Difficoltà: Escursionistico (E)
 
Nome sentiero: San Sebastiano - Stella del Diamante - Bolzaneto
Segnavia: Triangolo rosso
Difficoltà: Escursionistico (E)
 
Come arrivare
Sono due le opzioni più facili per raggiungere il Forte, esclusivamente a piedi percorrendo, nel tratto finale con i suoi 14 tornanti:
1.lungo un antico sentiero che può iniziare dal Forte Sperone (e vi si può arrivare dal Righi, percorrendo via del Peralto) lungo una breve strada che conduce all'ingresso principale. Oppure partendo dal Cancello dell’Avvocato (sempre lungo la via del Peralto) a metà strada tra Forte Begato e Forte Sperone costeggiando le antiche mura; da qui vista panoramica sulla Val Bisagno fino ad incontrare  il Forte Puin, per poi portarsi a destra, lasciandosi a sinistra il sentiero per i Due Fratelli). Il percorso dura 1 ora circa;
 
In alternativa si può prendere:
2. il caratteristico Trenino di Casella che parte dalla stazione sopra Piazza Manin (dalla Stazione ferroviaria di P.Principe prendere il bus 34 fino a P.zza Manin; dalla Stazione ferroviaria di Brignole utilizzare la linea 49 e scendere alla fermata Giardino/Montegrappa . Un breve percorso pedonale conduce in piazza Manin): si scende alla fermata di Trensasco, frazione del Comune di Sant'Olcese sulle alture tra la Val Polcevera e la Val Bisagno facilmente raggiungibile anche in automobile da entrambe le vallate. 
Dal valico di Trensasco, inizia l'escursione. Appena passata il Bar Trattoria la Baita Del Diamante, si lascia a sinistra il Sentiero dell'Acquedotto e si imbocca, a destra, la traccia per la Direttissima del Monte Diamante che sale subito ripidamente. Raggiunta una prima elevazione, si rimonta velocemente per prati fino in cima al monte.
 
Itinerari
Un interessante itinerario (descritto alle pp.18-20 della Guida Pedestribus, itinerario n.4;  CAI sez. Sampierdarena) prende avvio da Sampierdarena (da via G.B.Monti, proseguendo per via Farini e salita Belvedere) per toccare il Forte Crocetta, Torre Granara, il Forte Tenaglia, la Torre di Monte Moro, la Torre di Granarolo, il Forte Begato per congiungersi, al cancello dell’Avvocato , al percorso classico descritto più sopra.
 
GENOVA SAN GOTTARDO (50) - FORTE DIAMANTE (667)
Tempo di salita: ore 2.15
Tempo totale: ore 4
Segnavia: bandierina bianco-rossa con la dicitura AQ1 (Acquedotto 1) alternata a strisce bianco-rosse
La partenza è all'inizio di Crosa dei Morchi (50) a 100 mt dalla Chiesa di San Gottardo in direzione Molassana. Si sale lungo la crosa raggiungendo in breve l'antico Acquedotto genovese. Si svolta quindi a destra e si percorre l'Acquedotto per poche centinaia di metri fino ad incrociare una dorsale. Qui si abbandona l'Acquedotto e si sale ripidamente a sinistra lungo la dorsale fino al Monte Pinasco (312). Si prosegue sul crinale toccando il Monte Bastia ed arrivando in discesa alla Sella di Trensasco dove si incontra la Baita Diamante (398). Dalla baita si segue il sentiero che sale sulla destra e che si inerpica sulla ripida dorsale fino al Forte Diamante (667). Al ritorno si percorre la bella mulattiera ex-militare di servizio al Forte che scende a tornanti sul versante opposto (si raccomanda di non tagliare i tornanti per non rovinare la mulattiera). Giunti alla sella sud del Diamante, si imbocca sulla sinistra un sentiero che conduce alla stradina sterrata Sella di Trensasco-Righi (stradina dei forti). La si attraversa e si segue una traccia che scende lungo la dorsale fino al Monte Croce di Pinasco (212). Dopo la croce la discesa diventa ripidissima ed in breve si raggiunge l'Acquedotto. Si svolta a sinistra e si procede sull'Acquedotto fino ad arrivare sulla strada asfaltata che da San Gottardo sale a Trensasco. Si attraversa la strada ed il Torrente Trensasco su di un ponte di pietra e si risale sull'Acquedotto. In breve si chiude l'anello arrivando al bivio da dove, scendendo sulla destra, si ritorna alla Crosa dei Morchi e a San Gottardo (50).
 
Costruito nel 1758 su proposta dell'ingegnere Jacques De Sicre, come posizione avanzata per controllare le mosse del nemico nelle valli sottostanti sulla vetta dell’omonimo monte, il Diamante domina la Val Polcevera e la Val Bisagno. È il più a nord e si trova nel territorio comunale di Sant’Olcese.
Decisa dal Maresciallo delle Fortificazioni della Repubblica, la sua costruzione, opera degli ingegneri francesi De Sicre e De Cotte e del Maresciallo Flobert, ebbe forte impulso per merito del marchese Giacomo Filippo Durazzo che offrì un iniziale contributo finanziario di 50 mila Lire. Il Diamante diveniva così l’avamposto della difesa della città contro gli attacchi provenienti dal Nord. La planimetria del Forte mostra due cinture murarie concentriche bastionate, poligonali a forma di stella, ed un quartiere centrale su tre piani. La cintura esterna è caratterizzata da una planimetria poligonale piuttosto irregolare e nel suo vertice nord-orientale, mostra un piccolo baluardo pentagonale: si affaccia sulla strada a mezza costa che, passando attraverso la Porta delle Chiappe, collegava all’epoca Genova con Torrazza e proseguiva verso la Pianura Padana.
La cintura interna è caratterizzata da una planimetria simmetrica stellare a sei salienti con al centro la caserma, di forma rettangolare, che ospitava al piano terreno i magazzini dei viveri e delle polveri; il primo piano era destinato al corpo di guardia ed alla cucina, mentre al piano superiore due grandi camerate ospitavano le truppe. Nel 1814 con l'annessione della Liguria al Regno di Sardegna, furono approvati nuovi interventi al Forte, con l'inserimento di nuove caditoie, l'ampliamento della caserma centrale e la costruzione della torre semicircolare con all'interno una scala elicoidale, retrostante la caserma, usata per raggiungere la terrazza.
Proprio al Diamante, un grande scrittore italiano, Ugo Foscolo (Zacinto 1778- Londra 1871) il  30 aprile 1800 è ferito, 22nne,  nell’assedio del Forte da parte delle truppe austriache, comandate dal Luogotenente generale conte di Hohenzollern, e attestate nei vicini Forti dei Due Fratelli. I Francesi, con i quali, in nome dei suoi ideali repubblicani, Foscolo combatte, con il grado di capitano, rifiutano la resa. Contrattaccano qualche giorno dopo dal Forte Sperone e libereranno Genova, dopo aver riconquistato i Due Fratelli. 
 
Giacomo Filippo Durazzo
Nel 1756, il Magistrato delle Fortificazioni della Repubblica di Genova, su incoraggiamento del Marchese Giacomo Filippo Durazzo, chiese all'Ingegnere dell'Infante di Spagna, De Sicre, all'ingegner Robert de Cotte ed al maresciallo Antonio Federico Flobert, la progettazione e la realizzazione di un Forte da costruirsi sulla sommità del Monte Diamante.
Il 2 giugno dello stesso anno furono approvati i disegni di De Cotte, e si diede inizio ai lavori, che ebbero un periodo di sospensione a causa di dissidi sull'esproprio dei terreni su cui doveva sorgere, ma l'importanza strategica e la volontà di Durazzo (che contribuì generosamente all'edificazione del Forte), condussero all'ultimazione dell'opera nell'anno 1758.
A dimostrazione dell'impegno di Giacomo Durazzo il Governo della Repubblica appose all'ingresso del Forte una lapide oggi scomparsa recante la seguente iscrizione: PROPUGNACULUM D. D. JACOBO ET PHILIPPO DURAZZO SACRUM JACOBI PHILIPPI DURATIT PATRIAE AMANTISSIMI SUMPTIBUS ERECTUM ANNO MDCCLVIII (Trad.: “Forte dedicato ai Divi Giacomo e Filippo Durazzo, costruito l’anno 1758 a spese di Giacomo e Filippo Durazzo amantissimi della patria”). 
 
Ugo Foscolo a Genova
Tra il 1799 e il 1800, mentre le armate austro-russe avanzano vittoriose in tutta Italia, Genova è l’ultima città ad essere presidiata dalle forze repubblicane. Vi si raccolgono i patrioti italiani, per sfuggire alle rappresaglie dei vincitori e opporre un’estrema resistenza all’avanzata delle forze della Seconda coalizione contro Napoleone. Foscolo trascorre a Genova gli ultimi mesi del 1799, costretto a una forzata inattività e in condizioni di vita disagevoli. All’inizio di ottobre pubblica il Discorso su la Italia, preceduto da una lettera di dedica al generale francese Championnet, che veniva invitato a sposare la causa di un’autonoma Repubblica italiana, anche nell’interesse della Francia. Il silenzio di Championnet sulla questione dell’indipendenza italiana, determinato da evidenti motivazioni di opportunità politica, irritò lo scrittore che espresse tutto il suo disappunto pochi mesi dopo, in occasione della morte del generale francese, nel gennaio 1800. Nel frattempo, il 18 brumaio dell’anno VIII (9 novembre 1799), Bonaparte, con un colpo di stato, assumeva pieni poteri in Francia; alla fine dello stesso mese Foscolo ripubblica l’Ode a Bonaparte con l’aggiunta di una Dedicatoria a Bonaparte in cui invita il primo console ad appoggiare la causa dell’indipendenza dell’Italia. Il periodo genovese di Foscolo è legato anche a un’intensa attività letteraria; Foscolo pubblica l’ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e comincia a scrivere il Sesto tomo dell’io. Nei primi mesi del 1800 è a Nizza; torna a Genova nel marzo e viene arruolato come ufficiale di corrispondenza; partecipa alla difesa della città, rimanendo anche ferito a un ginocchio presso il Forte Diamante nella battaglia del Forte dei Due Fratelli, il 2 maggio, e assiste alla capitolazione di Genova, avvenuta il 4 giugno del 1800. Solo dieci giorni dopo, il 14 giugno, la vittoria di Bonaparte a Marengo poneva fine all’interregno austriaco e riapriva ai patrioti la strada di Milano.
 
 
Luogotenente Generale Conte di Hohenzollem
Il Comandante austriaco, luogotenente Generale Conte di Hohenzollem, intimò la resa al comandante francese, capo di battaglione Bertrand in questi termini; “Vi intimo, Comandante, di rendere all’istante il vostro Forte, altrimenti tutto è pronto ed io vi prendo d’assalto e vi passo a fil di spada. Potete ancora ottenere una capitolazione onorevole. Davanti al Diamante alle 4 di sera. Conte di Hohenzollem”. La risposta di Bertrand espresse la sua consapevole determinazione a resistere: “Signor Generale, l’onore, che è il pregio più caro per i veri soldati, proibisce imperiosamente alla brava guarnigione che io comando di rendere il Forte di cui mi si è affidato il comando, perché possa acconsentire alla resa per una semplice intimazione, e mi sta troppo a cuore Signor Generale, di meritare la Vostra stima per dichiararvi che la sola forma e l’impossibilità di difendermi più a lungo, potranno determinarmi a capitolare. Bertrand”. Il piccolo presidio Francese infatti non si arrese e con l’intervento dei battaglioni di Soult gli austriaci furono ricacciati sulle posizioni di partenza.
 

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