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Marassi – Forte Ratti - Monte Fasce

Marassi – Forte Ratti - Monte Fasce
Presentato in collaborazione con la Federazione Italiana Escursionismo e il  Club Alpino Italiano
 
 
 
Scarica il file “Sicuri in montagna Genova Outdoor” a fondo pagina
 
Il percorso può essere diviso nelle tratte
Marassi- Forte Ratti
Bavari - Forte Ratti
Bavari – Monte Fasce
Punto di partenza Marassi: Via del Camoscio 
Coordinate per GPS WGS84: N44.41776° E8.95544° 
 
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Punto di partenza Bavari: Piazza della chiesa di Bavari
Coordinate per GPS WGS 84 N44.43285° E9.01862°                           
 
QUOTA DI PARTENZA : mt. 26 slm
DISLIVELLO :  +1200 -400 (-400) mt
SVILUPPO: 13 (+6) km 
TEMPO DI PERCORRENZA : 5 ore solo andata 
DIFFICOLTA’ : E
 
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SEGNAVIA :  rombo rosso
 
NOTA AGGIUNTIVA: Marassi-Forte Ratti. Nonostante la vicinanza della città e le quote modeste, si percorrono crinali aperti e panoramici, attraversando ambienti ancora abbastanza integri. Il percorso è particolarmente raccomandabile nella stagione invernale. Da Marassi alla “Cappelletta dei cacciatori” adatto a famiglie; dal tratto successivo, diviene un percorso escursionistico vero e proprio che necessita dell’adeguato equipaggiamento in funzione del clima e della stagione.
Marassi-Monte Fasce, specie dopo forte Ratti, diviene una traversata fisicamente impegnativa adatta a camminatori ben allenati ed autonomi che sappiano confrontarsi con lunghe distanze e grandi dislivelli e che si sappiano orientare su ogni tipo di terreno. Per il rientro occorre prevedere ulteriori 6km per raggiungere la prima fermata di TPL utile.
 
Itinerario
Si scende lungo via Bertuccioni fino alla chiesa, dove si imbocca a sinistra via del Camoscio, una ripida stradina asfaltata (segnavia: rombo rosso vuoto). Sorpassato un cavalcavia si incontra un bivio e si va a sinistra in via dell’Aquila, che diventa creusa scalinata e attraversa viale Bracelli. Si prosegue lungo via dell’Aquila, prima asfaltata poi di nuovo scalinata, attraversando una zona di condomini e parcheggi e salendo decisamente tra alberi e arbusti. Giunti ad un parco giochi si va a sinistra lungo una stradina che sbuca in via Fratelli Cervi. La si segue verso sinistra giungendo subito a un incrocio, dove si imbocca a destra un sentiero che sale ancora tra gli arbusti. Il sentiero confluisce poi in una stradetta asfaltata, che sale dolcemente lungo un panoramico costone tra orti, case isolate e stalle. A un bivio si va a destra su sterrata, che poi si abbandona per rimontare il costone erboso su un sentiero che guida al Forte di Quezzi (282 m).
Il forte, ormai completamente diroccato, sorge su una panoramica spalla della cresta tra la Val Bisagno e la valletta del Torrente Fereggiano. Venne ideato nel Settecento, ma completato solo nel 1850. Nella Seconda Guerra Mondiale fu trasformato in una batteria antiaerea, mentre oggi la costruzione è del tutto in rovina. ( https://www.visitgenoa.it/it/forte-quezzi )
Davanti al forte si incontra una stradina asfaltata, che si segue verso destra in lievissima salita nei pressi del crinale. Si devia poi a sinistra e, costeggiato un grosso serbatoio, si raggiunge la Torre di Quezzi (318 m), posta su un ampio dosso erboso.
La torre venne costruita tra il 1818 e il 1825 come postazione avanzata del Forte di Quezzi. È a pianta anulare, in mattoni, e quattro pilastri interni sorreggono le volte del ballatoio mediano e la cupola di copertura. All’inizio del novecento la torre venne utilizzata come ristorante, mentre adesso, a causa di decenni di abbandono, si trova in condizioni strutturali precarie.
Dalla Torre di Quezzi si prosegue in discesa sino alla Colla Leamara (o Colla di Sant’Eusebio; 261 m, N44.432696 E8.977375), dalla quale è possibile ritornare indietro in piano per poi scendere verso il sentiero che porta all’ascensore  di Quezzi (https://www.visitgenoa.it/largo-merlo-torre-quezzi) oppure deviare a sinistra in discesa su facile strada bianca verso S. Eusebio (https://www.visitgenoa.it/seusebio-cappelletta-dei-cacciatori).
In Leamara, importante crocevia locale di stradine e mulattiere, sorge la Cappelletta dei Cacciatori (N44.43270° E8.97735). Il toponimo, in dialettale Luamà, potrebbe derivare dall’antica presenza del lupo.
Trascurando la strada bianca che attraversa la selletta si riprende la mulattiera segnalata, che taglia in diagonale il versante sud del Monte Serra Lunga con lievi pendenze. Entrati nel bosco, subito prima di un ponte in pietra sul Fosso Roccun, uno dei rami terminali del Torrente Fereggiano, si abbandona la mulattiera per girare a sinistra lungo un ripido sentierino che si riporta in cresta, in corrispondenza della selletta tra il Monte Serralunga ed il Monte dei Ratti (quota 423). Si sale a destra lungo il boscoso crinale, incontrando il sentiero proveniente da Serino e lasciando a destra una diramazione pianeggiante. Dalla Colla Leamara si può effettuare un’interessante variante: invece che seguire il sentiero segnalato che si tiene sul lato del Fereggiano, si può imboccare un sentierino che sale lungo il crinale, a tratti ripido, raggiungendo la panoramica cima del Monte Serra Lunga (441 m), dove si trova il basamento di una torre ottocentesca rimasta incompiuta. Il caratteristico nome locale (“Formaggia”) ricorda proprio la forma del basamento. Proseguendo poi lungo il crinale opposto ci si ricongiunge brevemente al sentiero segnalato.
 
Variante 1-Forte Ratti
Poco più in alto si abbandona il sentiero segnalato, che taglia a sinistra, per proseguire lungo la cresta. Il sentierino risale il crinale con ripidi e incerti tornanti, poi raggiunge lo spigolo ovest del  Forte Ratti; costeggiando la base della muraglia meridionale si arriva in breve all’ingresso del forte (563m). Il forte è aperto e visitabile ma si raccomanda la massima prudenza al suo interno visto lo stato di degrado della struttura. Proseguendo per lo spigolo Sud si incrocia a sinistra una ripida discesa (segnavia tre pallini rossi) che in circa 250m ci riporta sul sentiero principale Da Forte Ratti è possibile ridiscendere sull’itinerario di andata fino alla Cappelletta dei Cacciatori (N44.43270° E8.97735) e deviare per Quezzi (https://www.visitgenoa.it/largo-merlo-torre-quezzi) o S.Eusebio (https://www.visitgenoa.it/seusebio-cappelletta-dei-cacciatori) oppure ritornare fino a piazza Guicciardini e prendere il bus 37 (Cod.0636) per ritornare in centro.  
Se non si vuole visitare il forte si prosegue sul sentiero segnalato a nord della fortificazione  (una curiosità geografica: all’incirca in prossimità dello spigolo sud del forte Ratti si passa dall’8° al 9° meridiano,) si arriva in breve a una sella e si continua passando vicino a due tralicci dell’elettrodotto per poi risalire sino alla vetta pianeggiante del monte Poggiasco. Da qui la vista può spaziare su un panorama a 360° dall’estremità del ponente ligure sino a tutto l’arco alpino e alle valli sottostanti. Si ridiscende fino alla sella del monte Castellaro, il cui toponimo si ritiene legato alla presenza di un “castella” (struttura litica fortificata) risalente all’età del bronzo: negli anni ’50 furono condotti degli scavi per ricercarne le tracce. Tutta questa zona è stata teatro e centro principale degli scontri dei due assedi di Genova del 1747 e del 1800 e sono visibili (per l’occhio allenato) ovunque resti delle “ridotte”, delle trincee e della postazioni d’artiglieria. Si scende quindi fino al santuario di Bavari e seguendo il segnavia si procede verso il cimitero. Scendendo la strada asfaltata in direzione bavari in 80 metri si arriva a una fontanella pubblica (N44.43347° E9.01866°).
 
Punto di fuga-Bavari* Da qui, discendendo a S-O per circa 180mt si arriva alla piazza della Chiesa di  Bavari dove è possibile ritornare in centro con le autolinee AMT 85, 584, 685 (Cod. 1468) (vedi allegato).
 
Proseguiamo verso il cimitero, lo si supera e dopo 100 mt si abbandona la strada asfaltata per salire su uno sterrato alla nostra dx. Il sentiero attraversa quello che nel 1747 fu un grande accampamento austriaco e poi si innesta su una mulattiera che congiungeva Bavari al camminus Januae di monte Fasce durante gli antichi tempi della transumanze. Si risale tra boschi di carpini e roverelle, tra antiche testimonianze delle civiltà pastorali, campi trincerati e un PBC (posto di blocco costiero- coordinate) risalente al secondo conflitto mondiale. Occorre prestare attenzione a un bivio che ci fa svoltare sulla sinistra (N44.43341° E9.03142°). Arrivati sulla cresta del monte Riega si prosegue lungo il tracciato del metanodotto costruito negli anni ’80, passando sotto al monte Bastia (848 m), sulla cui cima sono presenti tracce dei bastionamenti (trincee, fosse e altre evidenze) degli assedi del 1747/1800 e dai quali deriva il toponimo. Si raggiunge la strada asfaltata, l’ampio piazzale (passo Giuche) e, seguendo la strada asfaltata si raggiunge la vetta di monte Fasce (832 m.). Da qui, nelle giornate più terse è possibile vedere i monti Viso, Rosa, Cervino, le Apuane, la Corsica e tutto il golfo di Genova. 
 
Per il rientro le ci sono varie possibilità:
Ritornare a Bavari* (vedi nota precedente)
Raggiungere Apparizione (6km) 
Direzione centro capolinea AMT Apparizione / Cimitero Cod. Ferm. 1496, (vedi allegato).
Raggiungere San Desiderio (6km)
Direzione centro capolinea AMT San Desiderio / Capolinea Cod. Ferm. 1486 (vedi allegato)

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